Il Project Management Liquido (parte prima)
Il filosofo Z. Baumann definiva l’epoca attuale “modernità liquida” caratterizzata dal fatto che nulla ha più confini nitidi e definiti una volta per tutte. Sostiene inoltre che “… il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza”.
Nel recente passato la velocità del cambiamento industriale e sociale è stata determinata dai tempi di esecuzione e dai risultati dei progetti di innovazione. Oggi il paradigma si è invertito, sono i progetti di innovazione che vengono pesantemente condizionati dal contesto che cambia molto più velocemente della loro velocità di esecuzione.
In questo scenario così profondamente mutato, le metodologie di Project management sono ancora in grado di assicurare una gestione efficiente ed efficace dei progetti?
La domanda non ha una risposta né semplice né univoca; come spesso capita nel mondo del Project management la risposta più appropriata ad ogni domanda è “dipende” …
Dipenderà dalla sua capacità di attualizzarsi spogliandosi dei suoi dogmi, delle sue liturgie preconfezionate e delle sue mode per tornare a mettere al centro la sua anima originale che, a mio modo di vedere, è la gestione efficiente ed efficace delle eccezioni.
Il Project Management è una sorta di assicurazione che le organizzazioni contraggono per garantirsi la miglior probabilità di raggiungere un obiettivo definito in un contesto vincolato. E’ per questo fine che è necessario definire un obiettivo, fare una pianificazione, gestire rischi e opportunità e monitorare l’esecuzione, in quanto questi sono elementi necessari per essere in grado di gestire le deviazioni che mettono a rischio il raggiungimento dell’obiettivo definito nel rispetto dei vincoli definiti.
La disciplina del Project Management ha codificato approcci, prassi e strumenti per gestire cambiamenti di obiettivo e dei vincoli, permettendo al progetto di muoversi da un punto “solido”, cioè con confini definiti e stabili, ad un altro punto “solido”. Questo approccio, estremamente utile nel recente passato, rischia oggi di non essere più efficiente ed efficace in quanto è sempre più frequente la necessità di navigare in un contesto “liquido” che per sua natura non può darci riferimenti “solidi”.
Il Project Management ha nel suo DNA la consapevolezza che i risultati si raggiungono attraverso una adeguata gestione dell’incertezza ma è necessario andare oltre, l’incertezza oggi si caratterizza in modo molto diverso rispetto al passato, ha connotati sempre più legati all’imprevedibilità più che ad una probabilità di accadimento.
La modernità liquida ci impone una critica e innovativa re-interpretazione dei valori fondanti le metodologie di Project Management.
- L’approccio.
Per navigare propriamente in un contesto liquido non bisogna mimare efficientemente un processo predefinito ma interpretare efficacemente il contesto e per farlo serve il corretto approccio mentale: serve conoscere i principi di base e il loro “perché”.
- Obiettivo.
Sempre di più il successo di un progetto oggi non si misura solo attraverso la sua capacità di produrre in modo efficiente un OUTPUT ma soprattutto nella sua capacità di essere efficace nel generare un OUTCOME positivo sul cliente e sulla organizzazione. Tutto questo deve riflettersi nella definizione dell’obiettivo di progetto.
- Gestione del rischio.
La gestione del rischio non è più sufficiente a garantire l’efficiente ed efficace esecuzione di un progetto: serve la capacità di gestire l’imprevedibile, i progetti devono diventare resilienti
- Gestione del focus.
Il focus dei team di progetto non potrà più essere soltanto sul raggiungimento dell’obiettivo, ma dovrà espandersi e includere anche la capacità di leggere e interpretare il contesto, per intercettare ogni indicazione di cambiamento e valutare le modalità di adattamento.
Permettetemi di chiudere condividendo una citazione che ha contribuito a stimolare le mie riflessioni:
“Ci sono tre tipi di uomini: i vivi, i morti e quelli che vanno per mare”
Aristotele
Io sono pronto a salpare, voi?
A presto e buon lavoro a tutti.
Andrea Benuzzi