
Cosa c’è nel frigo dei tuoi clienti? Una lezione di Design Thinking
Capita spesso che le lezioni più significative emergano dai contesti più inaspettati. Una di queste ci è stata regalata durante un percorso di Design Thinking che abbiamo tenuto tra dicembre 2024 e marzo 2025 per un’importante azienda emiliana.
Nella giornata conclusiva, abbiamo chiesto ai partecipanti di individuare e condividere le parole chiave che, a loro avviso, rappresentavano i concetti fondamentali del Design Thinking appresi durante il corso. Accanto a termini come EMPATIA, TEAM, GESTIONE DEL TEMPO e FEEDBACK, ne è emersa una piuttosto curiosa: FRIGO.
Il frigo come metafora dell’empatia
Perché proprio “frigo”? I ragazzi ci hanno spiegato che, secondo loro, questa parola riassumeva perfettamente i contenuti espressi per illustrare la fase di empatia del Design Thinking.
Durante il corso abbiamo invitato i partecipanti a immedesimarsi nei panni dei clienti (le “personas” nel gergo del Design Thinking) e a ideare momenti di ascolto attivo sotto forma di interviste. L’obiettivo era porre domande empatiche, anche apparentemente lontane dal fulcro del progetto. Chiedere a una persona cosa tiene nel proprio frigorifero, ad esempio, può rivelare molto della sua organizzazione, delle sue priorità e dei suoi gusti. Questo approccio ci permette di comprendere come la persona interagisce con la propria quotidianità, aiutandoci a entrare in empatia con il cliente e a coglierne i bisogni più profondi. Le interviste simulate in aula, con comparse esterne che si calavano nel ruolo di clienti, hanno reso questa fase fondamentale un’esperienza concreta e memorabile.
Questo modo di procedere, meno tecnico e più orientato all’individuo, era decisamente lontano dalle consuete abitudini dei nostri “alunni”, e forse proprio per questo la parola “frigo” ha suscitato tanta curiosità.
La risonanza del “frigo” anche nel management
La sorpresa non si è limitata all’aula. Nella fase di restituzione e allineamento con il management, abbiamo presentato ai dirigenti il World Cloud delle parole chiave identificate dagli studenti. Anche loro hanno notato e si sono incuriositi di fronte alla parola “FRIGO”, chiedendoci spiegazioni.
Questo ci ha permesso di evidenziare non solo l’importanza cruciale dell’empatia con il cliente nel Design Thinking, ma anche il successo nell’insegnare ai partecipanti la creative confidence. L’obiettivo di spingerli a superare schemi prettamente tecnici e formali, per condividere sensazioni e percezioni personali – un aspetto fondamentale per l’innovazione disruptive che il Design Thinking persegue – è stato ampiamente raggiunto.
Il Design Thinking: un percorso di co-creazione
In fondo, il Design Thinking è proprio questo: un framework collaborativo, costruito con il team, che si basa sull’utilizzo della creatività, dell’ascolto e del confronto. Permette di sbagliare, il prima possibile e tutte le volte che serve, di testare e di iterare fino a ottenere la soluzione perfettamente “cucita su misura” per il nostro cliente.
Se ti va di raccontarci cosa hai nel tuo frigo o se desideri scoprire come portare questi preziosi contenuti nella tua azienda, scrivici a pionieri@colibriteam.com!